CONSULENZA
AZIENDALE
MERCATO E AMBIENTE ECONOMICO
Nel corso degli ultimi anni l’economia serba ha sperimentato una crescita dovuta a ingenti investimenti stranieri, oltre ad un miglioramento continuo del proprio ambiente economico. Il Paese ha registrato uno dei migliori risultati in termini di attrazione degli IDE negli ultimi 5 anni, facendo meglio di quasi tutti i competitor regionali. Allo stesso tempo anche le esportazioni stanno costantemente crescendo: il loro valore è difatti raddoppiato rispetto al 2009 ed ha superato i 10 miliardi di euro nel 2013.
Il clima per gli investimenti è cambiato considerevolmente e l’impatto dello Stato sull’economia è diminuito. Consistenti riforme sono state difatti attuate: dai cambiamenti apportati alle leggi sul lavoro che hanno reso il mercato tra i più flessibili d’Europa, al progresso delle leggi sulle privatizzazioni, le quali mirano a ridurre la pertecipazione dello Stato nelle imprese fino ad eliminarla del tutto.
In questo senso il governo serbo continua a ricevere un forte appoggio da parte dell’UE; d’altronde l’ingresso del Paese nell’Unione rappresenta uno degli obiettivi principali del governo, assieme al consolidamento fiscale, al miglioramenti delle leggi sul lavoro e del sistema pensionistico, alle riforme sul funzionamento delle imprese pubbliche.
Il Consiglio Europeo ha accordato lo status di Paese candidato alla Serbia nel Marzo 2012 e nel giugno del 2013 ha aperto i negoziati per il processo di adesione, negoziati formalmente avviati. Come sottolineato dalla Commissione Europea nella relazione dell’ottobre 2014, la Serbia sta continuando ad adempiere con successo ai propri obblighi riguardanti l’Accordo di Stabilizzazione e di Associazione con l’UE; obblighi che ci si attende di veder ultimati nel 2015. Il processo di negoziazione per l’adesione dovrebbe ufficialmente prendere il via a breve; si tratta dell’ultimo passo sul sentiero che porta alla completa integrazione della Serbia nell’UE.
Una nuova Legge sulle Privatizzazioni è stata promulgata ad agosto, sancendo la fine del 2015 come termine ultimo per completare il processo di privatizzazione e delinearne i possibili modelli futuri: strategic partnership, trasferimento di capitali senza compensazione, vendita di capitali e di beni.
La nuova Legge sul Lavoro è stata adottata accordando una maggiore flessibilità ai datori di lavoro e fornendo opzioni di lavoro prima non disponibili. A luglio sono state poi adottate delle correzioni alla legge sulle pensioni e a quella sull’assicurazione d’inabilità. Altre rettifiche sono state prese ad agosto per quanto riguarda la legge sulla bancarotta, le quali mirano a regolare più accuratamente il ruolo del curatore fallimentare ed i diritti dei creditori.
Quest’anno La Serbia ha espresso la volontà di assicurarsi un accordo per un prestito a tre anni con l’FMI, prestito che servirebbe a raggiungere gli obiettivi di debito e di deficit prestabiliti.
STABILE E PREVEDIBILE
Anche se l’esportazione di beni e servizi ha continuato a crescere in termini di euro con tassi a doppia cifra, l’economia in Serbia ha subito una contrazione; questo dopo che si è assistito ad una crescita trainata dalle esportazioni durante lo scorso anno.
Le importazioni sono difatti rimaste limitate a causa della debolezza della domanda interna, mentre gli investimenti diretti stranieri sono cresciuti leggermente in termini assoluti rispetto all’anno precedente, attestandosi su valori che restano tuttavia lontani dai livelli pre crisi.
Le pesanti alluvioni della scorsa primavera hanno colpito l’agricoltura e danneggiato i trasporti e, in particolare, le infrastrutture energetiche, compromettendo inevitabilmente la crescita nel breve periodo. In seguito a tali eventi, diventa difficile pensare di continuare a restringere il disavanzo commerciale, visto il potenziale probabilmente inferiore delle esportazioni agricole e la forte necessità di importare energia.
Per quanto riguarda le spinte inflazionistiche invece, esse sono diminuite sia quest’anno che l’anno scorso. Si tratta di un effetto dovuto sicuramente ad una domanda più debole, ma anche alle conseguenze di una buona annata in agricoltura lo scorso anno, alla diminuzione dei prezzi globali delle merci ed alla relativa stabilità del dinaro
Le costantemente basse pressioni inflazionistiche degli ultimi 18 mesi riflettono l’assenza di consistenti spinte al rialzo nei costi e di una forte domanda aggregata, evidenzando altresì le inferiori aspettative inflazionistiche e la relativa stabilità dei tassi di cambio
POSIZIONE GEOGRAFICA FAVOREVOLE
La Serbia collega l’Oriente e l’Occidente. La sua preziosa posizione nel cuore del sud-est Europa la rende un luogo eccezionale per gli investimenti
Grazie alla sua posizione di confine geografico tra l’Oriente e l’Occidente, si è spesso fatto riferimento alla Serbia come alla porta d’Europa. I due importanti corridoi europei, il numero VII – corrispondente al percorso del Danubio – e il numero X – l’autostrada e la linea ferroviaria internazionali – si incrociano in territorio serbo per garantire ottimi collegamenti tra l’Europa occidentale e il Medio Oriente. La Serbia è quindi un luogo ideale per un’azienda che desidera operare in loco e che vuole raggiungere in modo più efficiente i suoi clienti nell’UE, nei paesi SEE o in Medio Oriente. Confinando con l’UE, la Serbia offre anche la possibilità di godere di tutti i vantaggi tipici di coloro che operano al di fuori dell’UE, essendo in grado di fornire servizi e trasportare merci in tempi previsti e flessibili.
BASSI COSTI OPERATIVI
Per evitare i carichi fiscali non necessari, la Serbia ha raddoppiato il numero di trattati sulla tassazione raggiungendo quota 55 Paesi nel settembre 2014
Il regime fiscale in Serbia è altamente favorevole per fare affari. Oltre ad avere uno dei tassi più bassi di imposta sui redditi d’impresa in Europa, gli investitori possono beneficiare di incentivi fiscali che creano delle condizioni ottimali per l’avvio di un’impresa.
Le aziende sono esentate dal pagamento dell’imposta sul reddito d’impresa per un periodo di dieci anni a partire dal primo anno in cui registrino un profitto tassabile da investire in cespiti per una cifra che superi i 1.000 milioni di dinari (attorno agli 8,5 milioni di euro), ed assumano almeno 100 ulteriori dipendenti a tempo pieno durante il periodo dell’investimento. La perdita fiscale indicata nella dichiarazione dei redditi può essere portata avanti e compensata coi profitti futuri per un periodo di cinque anni.
Esitono poi degli incentivi che il governo serbo offre a chi investe in progetti sia greenfield che brownfield nel settore manifatturiero, nei servizi legati all’export e nei progetti strategici per il turismo. L’ammontare dei fondi che può essere assegnato a grandi imprese può arrivare a coprire fino al 50% del costo di investimento, mentre per le altre aziende può raggiungere il 20%.
SETTORI DOVE INVESTIRE
Il settore finanziario, primo settore in termini di valore degli IDE, non costituisce l’unica interessante possibilità di investimento in Serbia. Per quanto riguarda il numero di progetti, il comparto che guida la classifica degli IDE è infatti quello dell’automotive (8% degli IDE totali dal 2000), con il progetto Fiat che ha attratto in Serbia numerose aziende, contribuendo a creare un indotto consistente. Bisogna poi considerare il settore agroalimentare che si trova anch’esso ai primi posti della classifica degli IDE, sia in termini di valore che per quanto riguarda il numero di progetti; si tratta di un settore che, nella prima metà del 2014, ha fatto registrare 1,232 milioni di euro di esportazioni di prodotti agricoli.
In crescita sono inoltre i centri di Business Process Outsourcing (BPO), sviluppatisi anche grazie alla diffusa conoscenza nel Paese delle lingue straniere in generale e dell’inglese in particolare.
Per quanto riguarda poi il mercato immobiliare, si sta attualmente assistendo all’arrivo di un numero crescente di compagnie internazionali sul mercato e la domanda di nuovi uffici sta crescendo.
Altri settori da tenere in considerazione sono poi quello tessile (dove operano più di 1500 aziende che danno lavoro a 30000 persone) e quello del legno e dell’industria del mobile, il quale offre ampie possibilità di esportazione a partire da un territorio -la Serbia- ricoperto quasi per il 30% da foreste.
INIZIARE L’ATTIVITA’
Per iniziare un’attività in Serbia, di solito gli investitori internazionali scelgono di creare una Società a Responsabilità Limitata, per la quale il minimo del capitale richiesto è di un euro. Altre forme di costituzione normalmente adottate vanno dalla Società per Azioni alle Società in Accomandita semplici o in nome collettivo. Per una Srl il minimo del capitale richiesto è di 25.000 euro.
Una società può anche aprire un ufficio di rappresentanza in Serbia senza necessariamente possedere lo status di persona giuridica; la stessa società può anche avere uno o più rami in Serbia.
Tutte le forme di attività devono comunque essere registrate presso l’Agenzia dei Registri delle Attività serba, la procedura è rapida e semplice.