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LIBRI

BRAND - IL LIBRO
"10 REGOLE FONDAMENTALI PER REGISTRARE UN MARCHIO"

 
Se ti dico “Just do it”, “Think different”, “Un diamante è per sempre”, avrai una raffigurazione mentale chiara di tre diversi prodotti; nel primo caso, si tratta di un noto marchio di vestiti e attrezzatura sportiva, nel secondo di una società che produce smartphone, tablet, computer e accessori, nel terzo di un’azienda che produce ed esporta gioielli. Il fatto che tu abbia ben chiaro non solo lo slogan ma anche il logo, il prodotto in questione e perfino delle musiche, depone a favore di una tesi molto importante: nel nostro mondo non si vendono solo oggetti o servizi, ma si dà un enorme valore a tutta la comunicazione che sta intorno alla produzione, alla vendita e al consumo di qualcosa e alla capacità generale di riconoscere un marchio da pochissimi indizi. “Siamo quel che mangiamo”, o in senso lato “Siamo quel che consumiamo”.
 
La destinazione d’uso finale di un brand, composto da logo, slogan e storytelling aziendale, non è mai casuale, dietro ogni marchio c’è una narrazione precisa, identitaria, che coinvolge personalmente ciascuno di noi. Pensiamo a prodotti come McDonald e Barilla: entrambi si occupano di cibo, ma il risultato è quasi diametralmente opposto. Nel primo caso abbiamo una estrema attenzione per adolescenti e bambini, con idea di dinamicità, colori sgargianti, attrazione e richiamo a sensazioni molto vivide e forti soprattutto per i più giovani. “I’m loving it”, “lo amo”.
Nel secondo caso, invece, abbiamo un marchio collegato al concetto di famiglia, di cultura identitaria italiana attraverso il riflesso del piatto di cucina, semplicità, genuinità; il target di riferimento è la persona che custodisce la casa e si occupa della spesa quotidiana: cibo e famiglia sono concetti continui e per questo “Dove c’è Barilla c’è casa”.
In entrambi i casi (così come per molte altre scelte commerciali che facciamo), basta un fotogramma con il logo dell’azienda, un jingle sonoro di 5-10 note, un’immagine stilizzata di un mulino o i due archi dorati della “M” di McDonald o il pagliaccio “Ronald” la mascotte della multinazionale dei panini, per richiamare alla mente non solo i prodotti in sé ma tutta una serie di concetti che partecipano all’identità del consumatore. Abbiamo perfino delle diatribe, delle dicotomie che separano i clienti e li schierano orientandoli a seconda delle preferenze (Burger King e McDonald, Apple e Microsoft, Coca Cola e Pepsi…) e spesso al centro di queste prese di posizione non c’è il prodotto in sé ma tutta la narrazione che ruota intorno alla scelta effettuata al momento di spendere.  
 
I marchi sono uno strumento di comunicazione molto importante per l’azienda e devono trasmettere fiducia, emozioni, veicolare dei messaggi verso un determinato pubblico. Come possiamo avere successo online se non abbiamo un’immagine solida? È proprio la notorietà del brand che rassicurerà il cliente e lo spingerà ad acquistare. In questo libro oltre a spiegarvi nel dettaglio il significato del brand vogliamo fare un po’ di chiarezza sulla differenza rispetto al marchio perché in molti pensano che sia la stessa cosa ma in realtà non è proprio così.

Più SICURO più CONVENIENTE, Più BRAND!
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FOODLAW - IL LIBRO
La tutela della creatività nel food design 

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LA TUTELA DELLA CREATIVITA' IN CUCINA

L’interesse per il mondo della gastronomia e della ristorazione è cresciuto negli ultimi anni in maniera esponenziale. Sempre più il cibo stimola i sensi e la mente, mangiare diventa un’esperienza  che eleva lo spirito ed assurge dunque a forma d’arte, al pari di un quadro, di un’opera letteraria o di un brano musicale. Nasce da questa considerazione l’esigenza per molti chef e attori del mondo gastronomico di voler tutelate le proprie idee e la difesa della loro originalità, anche se questo aspetto in Italia non conosce ancora giurisprudenza. Ci ha provato e ancora ci prova strenuamente Gualtiero Marchesi a esigere il riconoscimento della paternità delle sue ricette più famose; recentemente alla Triennale di Milano si è appellato al diritto d’autore per difendere il proprio piatto simbolo, il “ Riso Oro e Zafferano “ e ponendo il tema al centro del dibattito.

Affronta proprio il tema della tutela della creatività in cucina FOOD LAW, un testo, il primo in Italia, interamente dedicato all’argomento, i cui autori, Carmine Coviello ( Avvocato specializzato in arti, musica e spettacolo) e Davide Mondin (specialista in valorizzazione del patrimonio alimentare e gastronomico, docente della scuola Alma), in collaborazione con Alma, Scuola Internazionale di cucina, spiegano con un linguaggio rigoroso ma al tempo stesso accessibile, quali sono gli elementi che fanno di una ricetta un’opera creativa che può essere tutelata anche sotto il profilo legale.

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