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IL SISTEMA FISCALE DEGLI EAU 

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SISTEMA FISCALE

Il Consiglio Federale mantiene il potere legislativo su difesa, affari esteri, educazione e salute, mentre ogni singolo Emirato mantiene il potere legislativo su altri settori pubblici, compreso quello fiscale. Anno fiscale: 1 gennaio - 31 dicembre.
Imposta sui redditi delle persone fisiche Assente, anche a titolo di ritenuta alla fonte. Le imprese che impiegano cittadini con passaporto emiratino sono obbligate a versare agli stessi una quota del salario corrisposto, in appositi fondi pensione. Questa quota ha diverse percentuali che sono basate sui salari ricevuti: per i datori di lavoro pubblici è del 15%, per i datori di lavoro privati è del 12,5%, per i dipendenti è del 5%.
Tassazione sulle attività di impresa Attualmente, gli Emirati Arabi Uniti non hanno un regime federale di imposta sul reddito delle società. Tuttavia, la maggior parte degli Emirati ha introdotto decreti sull’imposta sul reddito alla fine degli anni ‘60 e la tassazione viene regolata localmente da ogni singolo Emirato.
Ai sensi di tali decreti fiscali, l’imposta sul reddito può essere applicata a tutte le società (comprese filiali e stabilimenti permanenti) con aliquote fino al 55%. Tuttavia, in pratica, l’imposta è attualmente applicata solo nei confronti delle entità societarie impegnate nella produzione di petrolio e gas o nell’estrazione di altre risorse naturali negli Emirati Arabi Uniti. Inoltre, alcuni Emirati hanno i loro specifici decreti fiscali bancari, che impongono l’imposta alle filiali di banche straniere al tasso del 20%. Le zone di libero scambio hanno norme e regolamenti propri e, in genere, offrono esenzioni fiscali alle imprese (e ai loro dipendenti) che si stabiliscono nelle zone di libero scambio per un periodo compreso tra 15 e 50 anni (e le esenzioni sono spesso rinnovabili).
Sulla base di quanto sopra, la maggior parte delle entità registrate negli Emirati Arabi non è attualmente tenuta a presentare dichiarazioni dei redditi societari negli Emirati Arabi, indipendentemente da dove sia registrata l’attività24 .

Imposta sul Valore Aggiunto (VAT)

A partire dall’1 gennaio 2018, gli Emirati Arabi Uniti hanno introdotto l’imposta sul valore aggiunto (Value Added Tax o VAT) a un tasso generale del 5% sul valore della merce.
Alcuni beni e servizi sono soggetti a un’aliquota dello 0% o a un’esenzione dall’IVA (subordinatamente al rispetto di condizioni specifiche). L’aliquota IVA pari allo 0% si applica ai beni e servizi esportati al di fuori degli Stati membri del Gulf Cooperation Council (GCC) che attuano l’IVA, ai trasporti internazionali, alla fornitura di petrolio greggio / gas naturale, alla prima fornitura di immobili residenziali e ad alcuni settori specifici, come assistenza sanitaria e istruzione. Un’esenzione IVA si applica a determinati servizi finanziari, nonché alla successiva fornitura di immobili residenziali. Inoltre, anche le transazioni in terra nuda e il trasporto nazionale di passeggeri sono esenti da IVA. Alcune transazioni di merci tra società stabilite nelle zone designate (gratuite) degli Emirati Arabi Uniti (DZ) potrebbero non essere soggette all’IVA. La fornitura di servizi all’interno delle DZ è tuttavia soggetta all’IVA in conformità con l’applicazione generale della legislazione IVA degli Emirati Arabi Uniti. Per le imprese residenti negli Emirati Arabi Uniti, la soglia di registrazione IVA obbligatoria è 375.000 dirham degli Emirati Arabi Uniti (AED) e la soglia di registrazione volontaria è 187.500 AED. Nessuna soglia di registrazione si applica alle imprese non residenti che effettuano forniture per le quali è richiesto l’addebito dell’IVA negli Emirati Arabi Uniti. Il raggruppamento dell’IVA è consentito, purché siano soddisfatte determinate condizioni. Esistono specifici requisiti documentali e di tenuta dei registri, come l’obbligo di emettere fatture fiscali e di presentare dichiarazioni IVA (su base trimestrale o mensile a seconda dell’assegnazione da parte dell’Autorità federale delle contribuzioni). Il rimborso dell’’IVA in eccesso in entrata può, in linea di principio, essere richiesto all’Autorità federale, secondo una procedura specifica. In alternativa, i crediti IVA possono essere riportati e detratti dall’IVA in uscita futura. Le aziende che non rispettano i propri obblighi IVA possono essere soggette a multe e sanzioni. Sono previste sanzioni sia fisse che fiscali.


Sistema bancario

La Banca Centrale ha il compito di decidere le politiche monetarie, di credito e bancarie, e di supervisionarne l’effettiva attuazione. La legge bancaria emiratina riconosce e individua categorie di soggetti abilitati all’attività creditizia: banche commerciali, banche di investimento, istituti finanziari, intermediari finanziari e intermediari monetari. Le Banche nazionali operanti negli EAU sono 23, mentre le banche straniere sono 29. Nel corso del 2016 la presenza delle istituzioni finanziarie italiane si è rafforzata significativamente: Intesa SanPaolo, già presente con un ufficio di rappresentanza presso la zona franca di Dubai (DIFC), ha costituito ad Abu Dhabi una filiale wholesale onshore, abilitata a operare in dirham; sono stati inoltre aperti presso DIFC gli uffici di rappresentanza di UBI Banca e SACE. Anche UniCredit ha aperto una filiale presso la zona franca di Abu Dhabi. Lo scopo della presenza di queste banche nel mercato emiratino è quello di aumentare gli investimenti e gli scambi tra Italia ed Emirati Arabi Uniti. Alla luce di quest’ultimo obiettivo, occorre porre l’attenzione sull’esistenza, dal 2013, di un Memorandum of Understanding (MoU) tra la EAU Banks Federation e l’Associazione Bancaria Italiana, nell’area della cooperazione e del business development. Esso prevede il continuo scambio di informazioni e best practice, l’implementazione di programmi di training reciproco e lo sviluppo delle banche che fanno parte delle due associazioni, nel tessuto economico dei due Paesi. In aggiunta, si segnala che, ad Aprile 2017, gli EAU hanno ufficialmente aderito allo standard internazionale OCSE per lo scambio automatico di informazioni in materia fiscale, uno degli strumenti chiave per la lotta all’evasione. Aprire e gestire un conto corrente negli Emirati è molto semplice, purché si possegga un visto di residenza. I finanziamenti a lungo termine (per casa, auto e a titolo personale) sono disponibili e non è particolarmente difficile accedervi, anche se vengono erogati su base selettiva. Le banche operano una distinzione tra clienti con nazionalità emiratina e residenti di altre nazionalità. Per questi ultimi, infatti, i criteri da rispettare per avere accesso ai prestiti sono un po’ più stringenti. Il rallentamento della crescita economica, causato dalla persistenza di basse quotazioni petrolifere e dalle politiche di consolidamento fiscale, ha ridotto le prospettive di espansione del settore bancario. Le condizioni di liquidità del sistema, che avevano subito un forte deterioramento a seguito della drastica riduzione dei depositi governativi nel corso del 2015 e della prima parte del 2016, sono tuttavia migliorate, con la raccolta bancaria che è tornata a crescere a ritmi sostenuti, a fine 2016 e inizio 2017. Il costo del denaro è previsto in aumento nel medio periodo, a causa dell’inasprimento della politica monetaria americana, stante la parità fissa tra la moneta locale (dirham) e il dollaro. La Banca Centrale degli EAU ha seguito finora la Federal Reserve nel rialzo dei tassi ufficiali, aumentando a Dicembre 2016 e a Marzo 2017 il tasso sui certificati di deposito, ogni volta di 25 punti. A Marzo c’è stato anche il rialzo del tasso repo a 1,25%. L’attuale difficile contesto economico potrebbe spingere le banche a consolidarsi: nel primo trimestre del 2017 si sono fuse due tra le principali banche locali, la National Bank of Abu Dhabi e la First Gulf Bank, costituendo la First Abu Dhabi Bank, prima banca negli EAU e seconda nell’area MENA. La Banca Centrale ha recentemente emanato una nuova regolamentazione sui coefficienti patrimoniali, con cui vengono recepiti i requisiti di Basilea III. Nel 2019, il requisito minimo di capitale è stato aumentato al 15,5%. I Non Performing Loans, più alti rispetto agli altri Paesi del GCC, sono rimasti stabili al 6,3% a fine 2016. Da qualche anno a questa parte, in linea con la strategia di diversificazione economica e aumento della competitività del Sistema Paese, le politiche di sviluppo del settore privato hanno portato le banche a facilitare i prestiti verso le PMI, i cui finanziamenti ad oggi costituiscono poco meno del 5% dei finanziamenti totali erogati.

Parchi industriali e zone franche

Sono attive 55 zone franche negli EAU, e altre 6 sono attualmente in fase di realizzazione. Queste offrono numerosi vantaggi agli investitori: proprietà straniera del 100%, nessuna imposta sulle società per 15 anni (con esenzione rinnovabile), libertà di rimpatriare il capitale e il reddito, nessuna imposta sul reddito personale, completa esenzione dai dazi doganali per le importazioni nella zona franca, nessuna restrizione valutaria. Le aziende operanti in queste zone sono tuttavia equiparate a quelle esterne agli EAU per gli aspetti legali e commerciali. Le Free Zones possono essere “generaliste” se consentono lo svolgimento di qualsiasi attività economica o commerciale, o “specialistiche”, quando permettono lo svolgimento solo di determinate attività economiche. In genere, la maggior parte delle zone franche emette licenze commerciali, industriali e di servizi. Fanno eccezione Dubai Internet City, Dubai Media City, Dubai Healthcare City e altre zone franche parte del gruppo Dubai Holding.


MARCHI BREVETTI& PROPRIETA' INTELLETTUALE


La tutela brevettuale e della proprietà intellettuale negli EAU è regolata dalle seguenti leggi nazionali: Legge Federale (L.F.) N. 37 del 1992 sui Marchi Registrati, come emendata dalle LL.FF. 19/2000 e 8/2002, L.F. 40/1992 sulla Protezione delle Opere d’Ingegno e dei Diritti di Proprietà Intellettuale; L.F. 7/2002 riguardante i Diritti d’Autore e Diritti connessi; L.F. 44/1992 sulla Protezione della Proprietà Industriale, come emendata dalla L.F. 17/2002 e dalla L.F. 31 per l’anno 2006 riguardante le Normative Industriali e la Protezione dei Brevetti, dei Disegni Industriali e del Design (2002). Occorre rilevare che negli EAU possono dirsi esistenti almeno due sistemi di protezione brevettuale: uno nazionale e uno regionale. Quest’ultimo sistema presuppone la richiesta di tutela alla competente istituzione del Consiglio di Cooperazione del Golfo (CCG). Inoltre, gli EAU sono membri non solo dei trattati regionali del CCG preposti alla tutela della proprietà intellettuale e dei brevetti, Federal Law by Decree No. (19) of 2018 Regarding Foreign Direct Investment, https://www.economy.gov.ae/Fonte: a-z Consultancy 22 Fonte: Organizzazione mondiale per la proprietà intellettuale (OMPI); Al Tamimi & Co.ma anche e soprattutto di rilevanti trattati internazionali e relativi organismi. In particolare, si segnalano i più importanti: la Convenzione istitutiva dell’Organizzazione Mondiale per la Proprietà Intellettuale (OMPI, in inglese World Intellectual Property Organization – WIPO), il Trattato di Cooperazione in materia di Brevetti (in inglese Patent Cooperation Treaty - PCT), la Convenzione di Parigi per la Protezione della Proprietà Industriale, l’Accordo sugli aspetti commerciali dei Diritti di Proprietà Intellettuale (meglio noto come TRIPS, Agreement on Trade Related Aspects of Intellectual Property Rights), e il CCG. Dunque, per chi operasse sul suolo emiratino, è possibile servirsi della tutela fornita da tali trattati e convenzioni sul sistema dei brevetti e della proprietà intellettuale.

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